IL SITO ARCHEOLOGICO di CREPACORE

E' situato sulla provinciale per Mesagne, a 5 Km. da Torre S. Susanna. Si presume che la costruzione risalga  intorno al VII - VIII secolo durante la guerra Longobardo-bizantina, sulle rovine di una villa romana di età augustea, della quale furono utilizzate alcune parti architettoniche. Il sito a pianta basilicale, presenta tre navate delle quali la centrale è coperta da due cupole a trullo, mascherate all'esterno da due torri cilindrici. Le Navate laterali presentano invece una copertura a finta botte. L'intera struttura è costituita da enormi blocchi di carparo che facevano parte di altri edifici più antichi esistenti in zona. L'interno un tempo tutto affrescato, presenta ancora delle interessanti pitture che risalgono al IX - X secolo. Nell'abside si può ammirare la rappresentazione dell'Ascenzione, con al centro ed in alto l'immagine del Cristo tra gli arcangeli Raffaele, Gabriele e Michele ed in basso i dodici apostoli; Giovanni, Luca, Matteo e Marco che stringono tra le mani il testo del Vangelo, mentre Andrea impugna una croce. Sull'affresco più antico dell'abside si può ancora vedere ciò che rimane di S. Pietro, dipinto in una fase molto tarda, probabilmente nel XIII - XIV secolo. Interessante anche l'affresco che ritrae il committente dell'opera con il Santo protettore della famiglia, coevo a quello dell'abside. Il sito archeologico (che molti definiscono chiesa) è noto anche come San Pietro, ma è probabile che tale denominazione sia stata data in un'epoca successiva, quando i benedettini, protetti dai normanni, vollero latinizzare tutte le terre precedentemente rimaste sotto l'influenza bizantina. Esso è conosciuto infatti anche come "Santa Maria di Crepacore", che forse dovette essere il nome originario. E' rimasto però abbandonato ed ignorato per secoli, utilizzato addirittura come stalla e locale deposito per attrezzi agricoli, fin quando il prof. Carlo Murri, proprietario della masseria Le Torri, lo donò al Comune di Torre S. Susanna compiendo un gesto magnanimo e nobile. Restaurato a cura della Soprintendenza alle Belle Arti, sotto la direzione dell'Architetto Fernando Russo, oggi si può ammirare nel suo pieno splendore.  Durante i lavori di restauro sono state messe in luce, oltre alle fondamenta della villa romana, alcune sepolture medievali i cui sarcofagi sono rimasti nel piccolo parco archeologico.

Veduta dopo il restauro

Veduta prima del restauro

Veduta dopo il restauro

Veduta lato sud

Prospetto

Interno verso l'ingresso

Interno verso l'abside

Interno navatella settentrionale

Affresco / San Pietro e il committente

 

Colonna ellenistico-romana

Affresco: Gli Apostoli

Navatella

Le numerose tombe

Publishing e fotoliti di Ermanno Girardi - Bari